The Economist sottolinea l’eccellente lavoro di TCF in un report speciale sulle riforme dell’istruzione in Pakistan

  Gennaio 5, 2018   
“È in questo contesto che organizzazioni come The Citizens Foundation (TCF) si sono sviluppate. L’organizzazione benefica gestisce forse la più grande rete di scuole a conduzione indipendente nel mondo, istruendo 204.000 alunni nelle loro scuole senza scopo di lucro. È anche il più grande singolo datore di lavoro del Pakistan per le donne al di fuori del settore pubblico; nel tentativo di far sentire le ragazze più sicure in classe, tutte le 12.000 insegnanti di TCF sono donne”. 

La più grande tra le quattro province pakistane in termini di popolazione, il Punjab, sta riformando le sue istituzioni scolastiche ad un ritmo raramente già visto in altre parti del mondo. Nell’aprile del 2016 alcuni enti privati hanno assunto la gestione di 1.000 delle scuole primarie in mano al Governo. Oggi il numero è salito a 4.300. Entro la fine di quest’anno, il Primo Ministro del Panjab Shahbaz Sharif, ha decretato che saranno ben 10.000.

Il livello dell’istruzione pakistana è agghiacciante. Nella periferia della città di Karachi, precisamente nella provincia di Sindh, si può incontrare una delle scuole più desolate del Paese. Una dozzina di bambini, tra i sei e sette anni, siede dietro una scrivania in un’aula polverosa. Nessuno di loro indossa una divisa; la maggior parte di loro non ha zaini e alcuni non hanno nemmeno scarpe. Non c’è neanche un insegnante in vista.

La maggior parte dei bambini pakistani che inizia la scuola, la abbandona all’età di nove anni; solo il 3% di quelli che iniziano un percorso di istruzione presso le scuole pubbliche arriva al diploma dell’ultimo anno. Le ragazze provenienti da famiglie povere hanno meno probabilità di frequentarle. Il divario di iscrizioni tra ragazze e ragazzi è, dopo quello dell’Afghanistan, il più ampio dell’Asia meridionale. Appena la metà dei pakistani che completano i cinque anni di scuola elementare escono che sono completamente alfabetizzati. Nelle zone rurali del Pakistan, poco più di due quinti degli studenti tra i 8 e i 9 anni hanno una buona padronanza dell’aritmetica da poter sottrarre 25 a 54. Non sorprende che molti genitori si siano allontanati dal sistema. Attualmente ci sono circa 68.000 scuole private in Pakistan (circa un terzo di tutte le scuole totale), rispetto alle 49.000 del 2007. Rispetto ai finanziamenti pubblici, le sovvenzioni private sono quelle che sostengono maggiormente l’istruzione dei giovani scolari pakistani.

È in parte la diffusione delle opzioni private che ha spinto i politici come il signor Sharif ad agire. L’esternalizzazione delle scuole a imprenditori e enti di beneficenza è in aumento in tutto il Paese. È troppo presto per giudicare i risultati di questo enorme scossone, ma sembra comunque meglio della deplorevole situazione in cui versa tutt’ora il sistema educativo nazionale.

Ci sono molte ragioni alla base del fallimento del vecchio sistema. Dal 2007-2015 ci sono stati 867 attacchi diretti alle scuole da parte di terroristi islamici, secondo il Database del Terrorismo Globale gestito dall’Università del Maryland. Quando controllavano la valle del fiume Swat nel nord del paese, i talebani pakistani chiusero centinaia di scuole femminili.

Anche la povertà brucia il futuro dei bambini pakistani. Di fronte alla scelta tra avere un figlio e introdurlo al lavoro già in tenera età per contribuire al bilancio familiare o mandarlo a scuola con il rischio che non impari nulla, molti genitori scelgono razionalmente la prima opzione.

Eppure la povertà non è il fattore decisivo. Grazie allo studio di Jishnu Das della Banca Mondiale et all., è stato evidenziato che il tipo di scuola frequentata da un bambino nelle zone rurali del Pakistan è molto più importante rispetto al reddito dei genitori o al loro livello di alfabetizzazione. Nel 2016 Das e Natalie Bau dell’Università di Toronto hanno studiato le prestazioni degli insegnanti nel Punjab tra il 2003 e il 2007 che sono stati assunti con contratti a scadenza. Ne è risultato che la performance dei loro alunni non era peggiore rispetto a quelli che venivano istruiti da maestri di ruolo, nonostante gli insegnanti temporanei fossero spesso ancora inesperti e venissero retribuiti il 35% in meno.

Gli stipendi degli insegnanti rappresentano almeno l’87% del budget destinato all’istruzione e molti di questi fondi vengono completamente sprecati. I partiti politici pakistani considerano l’insegnamento come un modo per reclutare i lavoratori delle elezioni e premiare gli alleati. Alcuni insegnanti pagano per il posto di lavoro: ben 500.000 rupie ($ 4.500). All’apice del problema vi è anche che il 40% degli insegnanti della provincia sono “fantasmi” ovvero, intascano uno stipendio senza presentarsi sul posto di lavoro.

“I risultati dell’apprendimento degli alunni non sono politicamente importanti in Pakistan”, afferma il leader di una grande organizzazione educativa. I politici hanno trattato le scuole con un mix di negligenza e capricci. Le scuole private sono state nazionalizzate nel 1972 e denazionalizzate cinque anni dopo; L’Islam è stato inserito e rimosso come la parte principale del piano didattico. Anche la lingua di insegnamento è variata; Il Punjab è cambiato da urdu a inglese, solo per tornare in urdu.

La mission di The Citizens Foundation (TCF)

È in questo contesto che organizzazioni come The Citizens Foundation (TCF) si sono sviluppate. L’organizzazione benefica gestisce forse la più grande rete di scuole a conduzione indipendente nel mondo, istruendo 204.000 alunni nelle scuole senza scopo di lucro. È anche il più grande singolo datore di lavoro del Pakistan per le donne al di fuori del settore pubblico; nel tentativo di far sentire le ragazze più sicure in classe, tutte le 12.000 insegnanti di TCF sono donne.

Nel 2016 TCF ha aperto il suo primo “college” per ragazzi tra i 17 e i 18 anni con il proposito ospitare gli studenti più promettenti che versano i situazioni di disagio economico. Ogni giorno l’Associazione attrae 400 studenti universitari da tutta la città, costruisce scuole utilizzando un modello standard, recluta e forma insegnanti.

Dal 2015 TCF ha rilevato la gestione di oltre 250 scuole governative nel Punjab, nel Sindh e nel Khyber Pakhtunkhwa. Fornisce un sussidio di circa 715 rupie al mese per bambino, al quale si sommano le donazioni proveniente dai privati. Inoltre, è aumentato il tasso di iscrizione nelle scuole da 47 a 101 alunni e i risultati dei test sono nettamente migliorati.”

L’esternalizzazione delle scuole statali a TCF è solo una parte delle recenti riforme del governo Sindh. “Tre anni fa abbiamo toccato il fondo”, dice un anziano burocrate, rivelando che i 14000 posti di lavoro destinati all’insegnamento sono stati distribuiti in un anno ai sostenitori del Partito del Popolo Pakistano in carica. Da allora viene utilizzato un sistema di registro delle presenze che ha portato a tagliare ben 6.000 insegnanti “fantasma” e a fondere tra loro 4000 scuole scarsamente frequentate, riducendole a 1350. Attraverso la Sindh Education Foundation, un ente governativo, sta finanziando “partenariati pubblico-privato” che coprono 2414 scuole e 653265 alunni. Oltre al programma di esternalizzazione, vi è anche uno schema di sussidi che permettono a bambini e bambine con scarse risorse economiche di frequentare scuole private a buon mercato.

Questa politica è stata valutata in un documento di Felipe Barrera-Osorio et all dell’Università di Harvard. I ricercatori hanno scoperto che nei villaggi assegnati allo schema, le iscrizioni sono aumentate del 30% e i punteggi dei test sono migliorati. I genitori hanno rivisto le loro aspirazioni – hanno iniziato a volere che le figlie diventassero insegnanti, piuttosto che casalinghe. Questi risultati sono stati raggiunti con un costo per allievo paragonabile a quello delle scuole governative. “La sfida educativa del Pakistan non è sottocosto. È una impegno notevole”, dice Nadia Naviwala del Wilson Center.

Mentre la realtà di Sindh ha aperto la strada a molte politiche a favore dell’istruzione di qualità, il Punjab le ha condotte ancora più lontano. La Punjab Education Foundation (PEF), un altro organismo quasi indipendente, supervisiona alcuni dei più grandi programmi di privatizzazione scolastica e borse di studio a livello mondiale. Le scuole supervisionate da PEF ora educano ed istruiscono più di 3 milioni di bambini (altri 11 milioni circa rimangono nelle normali scuole gestite dal governo). Questo uso del settore privato è associato al comando e al controllo del signor Sharif che, a sua volta, viene sostenuto dal dipartimento britannico per lo sviluppo internazionale.

Alcuni sono preoccupati per lo stress sul raggiungimento degli obiettivi in questo modello di “deliverology”. Per prima cosa, la valutazione indipendente del successo dichiarato del sistema è difficile poiché non ci sono prove da fonti pubbliche che sostengano il miglioramento dell’iscrizione dal 2010 nel Punjab. Dall’altro lato, il Punjab e i suoi sostenitori internazionali insistono che i dati sono accurati e aggiornati.

Anche se c’è una lunga strada da percorrere, tuttavia, il fatto che i politici stiano bruciando la loro reputazione attraverso i servizi pubblici, piuttosto che con il solo clientelismo, è un passo avanti. Per troppo tempo i bambini pakistani hanno sofferto perché i politici hanno trattato le scuole come strumenti politici. Meritano molto meglio.

Fonte: The Economist

Traduzione: Daniela Fontana