Le Festività del Pakistan… viste dall’Italia

  Giugno 16, 2021   

Sin da bambina ho avuto un rapporto particolare con le festività religiose: anche se sono musulmana e ho origini pakistane, sono cresciuta in Italia. Perciò i miei anni, come quelli di tutti gli altri, sono stati scanditi dalle festività cristiane in Italia.

Questo articolo è il primo della serie #seiodicotudici, dedicata alla cultura pakistana e curata con Giovani Pakistani in Italia.

Un sapore di “festa”

Sebbene non le festeggi, ho sempre apprezzato la loro atmosfera e il modo in cui interagiscono con la mia vita: dalla piazza decorata del mio paesino alle vetrine a tema dei negozi, dai panettoni o le uova di cioccolato che ci regalano gli amici, ai deliziosi tortellini natalizi della mia vicina di casa.

Un altro mondo

festività musulmane - un altro mondoLe festività islamiche, invece, sono semplicemente un altro mondo, un’altra esperienza. Innanzitutto, mentre festività come Carnevale, Pasqua o Natale ricorrono in una data precisa o in uno spazio di tempo circoscritto, quelle musulmane non hanno una data fissa.
Questo perché noi seguiamo un calendario lunare, che ha 10-11 giorni in meno rispetto a quello solare. Questo fa sì che le nostre feste viaggino “a ritroso” sul calendario.
Per fare un esempio: secondo il calendario islamico adesso siamo nell’anno 1442, che è iniziato il 20 agosto 2020.
Il nuovo Capodanno islamico cadrà il 9 o 10 agosto 2020. Quello successivo verrà anticipato agli inizi del mese.

Il Capodanno islamico

festività - Capodanno islamico - IFTCFSebbene sia una festività, il Capodanno islamico, il primo di Muharram, viene celebrato in modo silenzioso. Questo è dovuto al fatto che Muharram è in realtà un mese di lutto e di commemorazione.

Si celebra infatti la ricorrenza del martirio di Imam Hussein Ibn Ali, nipote del profeta Muhammad, Pbsl (Pbsl, ovvero Peace be upon him è la sigla di Pace e Benedizione su di Lui, un’eulogia che accompagna ogni menzione del nome di Maometto da parte dei musulmani di lingua italiana), e dei suoi seguaci.

Il Compleanno del Profeta

festività musulmane - compleanno del profeta - iftcfL’evento successivo più importante per i musulmani è il Mawlid al-Nabi, il compleanno del Profeta. Cade il 12 (secondo altri il 17) del terzo mese di Rabi’ al-Awwal.
Le celebrazioni però non si limitano a un giorno, ma durano per tutto il mese. Il modo principale per festeggiare questa ricorrenza è tramite le mehfil, cerimonie religiose che possono essere organizzate da chiunque lo desideri e in qualsiasi momento. In questi eventi si recita il Corano, si cantano inni religiosi, si tengono sermoni, concludendo con una preghiera collettiva.
Proprio perché chiunque può organizzarli, è possibile organizzarli anche in Italia.

Nel mese di Mawlid sono spesso le mamme pakistane a organizzarli a turno, invitando tutte le donne del vicinato e i loro bambini.
Ho io stessa tanti ricordi di quando da piccola partecipavo alle mehfil con mia mamma o di quando, più grande, al centro religioso ho avuto anche parte attiva. Spesso le ragazze più giovani formano un coro di inni religiosi.

Mawlid viene celebrato con gioia, e lo dimostrano le decorazioni, i festoni e le luci che adornano strade, case e intere città.
Anche in Italia queste decorazioni non mancano. Nel mese di Rabi’ al-Awwal è molto comune entrare in case addobbate da striscioni e luci, non dissimili da quelle che a dicembre vengono usate per il Natale.

Il mese di Mawlid quindi è una ricorrenza solenne, un momento di raccoglimento e di preghiera per onorare la nascita del Profeta. Al contrario che per Natale, però, non è comune scambiarsi regali o riunirsi in famiglia.

Il Ramadan

festività musulmane - ramadan - iftcfSebbene non sia una vera e propria festività, il nono mese dell’anno, il Ramadan, è uno dei periodi più importanti dell’anno musulmano.
È questo il tempo in cui milioni e milioni di musulmani iniziano il digiuno prima dell’alba, per poi concluderlo dopo il tramonto. Ma il Ramadan non è solo sinonimo di digiuno. È un mese di raccoglimento e di meditazione, in cui ogni fedele cerca di avvicinarsi ancora di più ad Allah e di diventare una versione migliore di sé stesso.

Per me il Ramadan è un periodo di pausa dalla mia normale vita di tutti i giorni, in cui cerco di abbandonare le cattive abitudini che ho sviluppato durante l’anno, per crearne di nuove e più sane.

È un periodo che attendiamo con trepidazione, siccome non solo siamo più vicini a Dio, ai nostri cari, ma siamo più coinvolti anche nella nostra comunità. Intere famiglie si riuniscono a tavola e gli amici si invitano a vicenda per l’iftar, il pasto dopo il digiuno. Molte moschee organizzano i pasti di suhoor (prima del digiuno) e iftar, e spesso i fedeli iniziano e concludono lì, in compagnia, la loro giornata di digiuno.

Anche durante la pandemia questa convivialità non è venuta a mancare.
Per esempio, in occasione di questo Ramadan, una famiglia ci ha inviato del cibo preparato da loro, e noi abbiamo ricambiato il favore il giorno dopo. Certo, non abbiamo potuto incontrarci e cenare insieme, ma questo piccolo scambio a distanza mi ha scaldato il cuore.

Questo senso di collettività ed empatia è alla base dello spirito del Ramadan. Ragion per cui in questo mese si fa anche tanta beneficenza, concentrandosi sui poveri e bisognosi.

Concluso il Ramadan, ci sono i tre giorni di Eid al-Fitr, che festeggiano la fine del digiuno e il ritorno alla vita di tutti i giorni. Per noi è una festa molto importante, amata sia dagli adulti sia dai bambini. Il primo giorno si va in moschea per la preghiera dell’Eid. In seguito, indossando i propri vestiti migliori, si va a visitare amici e parenti.

L’Eid è una delle pochissime occasioni in cui mia mamma insiste perché io faccia un giorno di assenza da scuola. E questo è qualcosa che fanno tutti gli studenti musulmani. Almeno per il primo giorno di Eid, nessuno si presenta a scuola. Mi ricordo che, in prima media, io e le amiche ci eravamo organizzate per farci passare i compiti.

Ci sono tante tradizioni legate a questa festività, come quella di decorarsi le mani con l’hennè. Inoltre, questa festa “Eid dolce”, proprio perché si usa preparare e regalare cose dolci.

A casa mia, come in tante altre famiglie pakistane, mia mamma prepara il kheer, un dolce fatto di latte e riso. Sicuramente uno degli aspetti più importanti e più amati dai bambini è l’Eidi, una somma di denaro che viene regalata ai bambini, sia a quelli della propria famiglia sia a quelli di amici. Se si è fortunati, si può ricevere una piccola fortuna. Oltre all’Eidi è comune farsi regali a vicenda, soprattutto nella forma di dolci o vestiti.

Proprio per la sua importanza, negli ultimi giorni di Ramadan i preparativi per questa festa si fanno molto frenetici, tanto che viene proprio usato il termine “Eid shopping” per descrivere l’acquisto di nuovi vestiti, dei regali per i parenti e gli amici, e anche visite ai centri di bellezza.

Tutti sono interessati a prepararsi nel miglior modo possibile per l’Eid. Inoltre, per far sì che tutti abbiano la possibilità di festeggiare, è obbligatorio devolvere una somma di denaro ai poveri, affinché anche loro abbiano la possibilità di prepararsi al meglio per le celebrazioni.

Un evento molto simile è l’Eid al-Adha. Inizia il 10 di Dhu al-HIjjah, il dodicesimo e ultimo mese islamico, e dura tre giorni. È direttamente successivo al periodo dell’Hajj.

L’Eid al-Adha ricorda l’episodio in cui Allah chiese ad Abramo di sacrificare suo figlio Ismaele, ma lo fermò all’ultimo, sostituendo il ragazzo con una pecora.

In questa occasione, proprio per commemorare quell’episodio, i musulmani sacrificano un animale, scegliendo di solito tra una pecora, una capra o un cammello.

In seguito, la sua carne deve essere divisa in tre parti: un terzo deve essere consegnato ai poveri e bisognosi, un altro terzo ai parenti e agli amici e, infine, si tiene la parte restante per sé stessi e la propria famiglia.

Nonostante siano eventi diversi, l’Eid al-Adha viene festeggiato in modo molto simile all’Eid al-Fitr. Anche per questa ricorrenza, infatti, si fa “Eid shopping”, si scambiano regali e si regala l’Eidi ai più piccoli. Anche in questi tre giorni visitiamo amici e familiari, restando in loro compagnia.

Tutte queste tradizioni, questi riti, li abbiamo portati con noi. E sebbene a volte mi rammarico del fatto di non poter passare il Ramadan insieme ai nonni, festeggiare l’Eid con loro o passeggiare per le strade addobbate per il Mawlid, so che non mi è mai venuto a mancare un aspetto fondamentale delle feste islamiche: lo spirito di comunità che le permea. Le nostre feste si celebrano insieme e non solo con la propria famiglia e i propri amici. Si celebrano anche con gli amici degli amici, con la persona seduta vicino a noi in moschea, con chi sta pregando insieme a noi.


Tahira Anwar
Tahira è nata in Pakistan e cresciuta in Emilia Romagna. Fa parte di GiPI
(Giovani Pakistani in Italia) da quasi un anno.
Sta studiando lingue e mediazione culturale all’Università di Bologna.
Visita il sito di Giovani Pakistani in Italia.